Intervista a JBeat, il Campione Italiano del 2018 di Human Beatbox
Iniziamo questa nuova rubrica di IBF con una serie di interviste dedicate ai maggiori esponenti della scena italiana del Beatbox.
Oggi è il turno di JBeat all’anagrafe John Michael Mawushie, il Campione Italiano di Beatbox di quest’anno dalla ridente cittadina di Castelfidardo nelle Marche, 21 anni di vita e quasi dodici passati a fare Beatbox.
- IBF – Ciao John e benvenuto, innanzitutto ti facciamo i nostri più sentiti complimenti per la tua ultima conquista nazionale che riteniamo davvero meritatissima.
- JBeat – Ciao a tutti e grazie per i complimenti è davvero un grande onore per me essere qui.
- IBF – Bando alle ciance e se sei d’accordo cominciamo da subito con un pò di domande per conoscerti un pò meglio.
Iniziamo dalla più banale, come ti sei avvicinato alla disciplina del Beatbox?
- JBeat – Possiamo dire che il mio percorso musicale nasce con lo studio della batteria che ho iniziato a suonare quando avevo solamente 9/10 anni, dallo studio dello strumento acustico e del drumming poi mi è venuto abbastanza naturale trasformare il linguaggio ritmico e musicale dello stesso in chiave Beatbox. Mi ci sono voluti comunque un paio di anni però prima che il Beatbox diventasse una passione vera e propria e cominciassi ad allenarmi seriamente, questo invece lo devo sicuramente alla cultura dell’Hip Hop.
Ricordo che in quell’epoca mio papà iniziava a lavorare molto presto per cui mi portava a scuola prima che iniziassero le lezioni e mi toccava svegliarmi al sorgere del sole praticamente, io approfittavo durante la colazione e i momenti prima di partire per guardare un pò di TV. MTV passava dei programmonii e canzoni molto legate alla scena Rap e invece di guardare i cartoni animati come tutti i ragazzini di quell’età, io mi appassionavo alle sonorità e i groove Funky ammaliato dalla cultura Urban e dai pezzi di Public Enemy, Run DMC e compari.
- IBF – Hai per caso un ricordo particolare che ti viene in mente legato a quei tempi e che vuoi raccontarci?
- JBeat – Assolutamente si, ricordo come fosse ieri una estate del 2013 o 2014, ora non ricordo bene l’anno preciso, ma faceva un gran caldo e tutti giocavano a pallone, eravamo ai campetti e a un certo punto sono andato dal mio amico Nejo e gli faccio: “oh Nejo, ma se te invece che fare pm-tz-ka-pm-pm-kch fai pm-tz-pf-pm-pm-kch?” e da lì fu il delirio più totale per entrambi!
- IBF – Quindi possiamo dire che questo sodalizio con Nejo col quale condividi anche diversi progetti tra cui uno dei primi Tag-Team italiani e la vostra passione per il Beatbox nasce proprio con la vostra amicizia?
- JBeat – Praticamente si, io e lui ci siamo conosciuti in prima media e abbiamo iniziato a praticare Beatbox quasi subito. Siamo molto legati anche grazie a questa cosa, stiamo crescendo insieme sia a livello personale, che di amicizia e musicale e questa è la cosa più bella di tutte.
- IBF – E il vostro affiatamento si vede e si sente eccome quando siete sul palco! Vi è capitato spesso però di ritrovarvi contro durante una battle, come successo agli ultimi IBF Championship durante i quarti di finale. La cosa più bella di quando succede infatti è che è sempre un terno al lotto prevedere chi sarà il vincitore finale della sfida.
- JBeat – Si ma infatti quando succede noi non la vediamo mai come una vera sfida, piuttosto come una bella jam dove dobbiamo trattenerci dal fare Beatbox insieme!
- IBF – Oltre ad aver vinto il Campionato Italiano Ufficiale sei stato vincitore di altre 5 battle a livello nazionale. Facendo un piccolo riepilogo di tutti gli eventi IBF a cui hai partecipato qual’è quello che ricordi con più piacere?
- JBeat – Sicuramente l’evento del 2015 al RestArt di Imola, che è stata la mia prima vittoria in una Battle ufficiale, dove tra l’altro ho condiviso il podio con Nejo è stata un’esperienza unica ma il Bits Festival è stato ancora più magico. Innanzitutto ho avuto il piacere di vincere la battle a coppie insieme ad uno degli MC più forti e promettenti della mia zona, ovvero Dr Jack che saluto e abbraccio, poi condividere il palco con delle leggende assolute come Masta5 a presentare l’evento, Ness, Noise, Stritti, Alien Dee e Gast in giuria è stato davvero un onore grandissimo e anche qui approfitto per mandare un grande abbraccio a tutti. E’ stato davvero tutto perfetto quella volta, dal viaggio alla costa splendida e in più, abbiamo rappresentato al meglio il Beatbox e le sue mille sfaccettature oltre all’Associazione ovviamente portando un live show unico e di alto livello di fronte a tantissime persone prese benissimo in un’atmosfera totalmente Hip Hop.
“Un live show unico e di alto livello di fronte a tantissime persone prese benissimo in un’atmosfera totalmente Hip Hop”
- IBF – Sappiamo che sei molto attivo musicalmente e hai numerosi progetti, vuoi parlarci un pò di quelli attuali e magari lasciarci qualche anticipazione sul futuro?
- JBeat – Certo, ho diversi progetti che vanno avanti da tempo e tanti altri insieme a delle collaborazioni che mi si stanno presentando davanti, in Italia e all’estero sia in ambito Hip Hop che Jazz ma anche Dub e Reggae, le occasioni non mancano davvero e sono più che deciso a fare della musica il mio mestiere per la vita.
Innanzitutto ho il mio progetto dei ThreeFunkyGroov3 insieme a Nejo e il bassista Andrea Simonetti, suono con JCole e ho inoltre la grande fortuna di collaborare da ormai due anni con grandissimi musicisti come Emilio Marinelli, Gabriele Pesaresi e Stefano Paolini per il progetto della “Emilio Marinelli Dope3” dove al classico trio Jazz si aggiunge il mio Beatbox e l’utilizzo della Loopstation per giungere alla creazione di sonorità nuove e fuori dagli schemi. Con loro siamo stati a Praga nel 2016 per la registrazione del disco e poche settimane fa abbiamo fatto diversi video in studio per la promozione del gruppo, a breve uscirà tutto il materiale per cui tenete a mente il nome e stay tuned.
Sempre con Emilio poi ho il gruppo insieme a Melanie Scholtz per cui siamo in attesa di sbarcare in America per un piccolo tour e quest’inverno molto probabilmente volerò prima a Cagliari e poi a Parigi per suonare insieme a Flavio Boltro che è un trombettista italiano molto rinomato ed un Dj francese piuttosto famoso ma di cui non svelerò ancora il nome.
Qui nella mia zona insieme a master Stritti (Ankofunk Suite e GroovinBrothers) che è una delle persone che più stimo e rispetto sia a livello personale che musicale, da cui sto imparando veramente tantissimo, stiamo lavorando al suo progetto solista che vedrà delle grandi collaborazioni (tenete d’occhio il suo profilo e il mio perchè a breve usciranno delle bombe giganti!) e inoltre abbiamo creato la Knowledgement Crew con cui stiamo lavorando duramente alla creazione di una realtà solida che è il perfetto connubio tra la Old e la New School Generation, dall’anno scorso giriamo anche per le scuole a promuovere e sensibilizzare le persone alla cultura Hip Hop ed Urban.
- IBF – Contemporaneamente a tutto questo stai continuando i tuoi studi sulla batteria. Credi che suonare la batteria ti agevoli o che apporti un valore aggiunto anche in campo Beatbox?
- JBeat – Assolutamente si, continuo ad approfondire il mio strumento e attualmente anche per lavoro mi sto dedicando allo studio del Jazz e so che questo mi porterà ad avere una maggiore consapevolezza, un range maggiore di groove e ritmiche che poi andrò inevitabilmente a riproporre anche in Beatbox.
Il linguaggio percussivo, dopo la voce, a livello antropologico è stato il secondo usato dall’uomo. Vi racconto un piccolo aneddoto, in antichità ad esempio quando si andava in guerra prima della battaglia i due eserciti rimanevano ognuno nella rispettiva sponda ad affrontarsi a colpi di tamburo e marce militari al fine di intimidire psicologicamente gli avversari, più il suono della banda era maestoso e potente e più ci si doveva aspettare che al momento di combattere gli avversari sarebbero stati numerosi e agguerriti. Questo per dire che lo studio della batteria mi aiutato davvero tantissimo sia a livello storico che musicale e personale, forse devo proprio a questo il mio spirito battagliero durante le battle.
Inoltre potrà sembrare una frase retorica trita e ritrita ma personalmente la musica mi ha davvero salvato e aiutato molto in momenti bui e tristi della vita, oltre ad avermi da sempre donato gioie incredibili come trovarmi sul palco durante la finale del Tecniche Perfette a Senigallia insieme a Dr Jack o ad aprire i concerti di artisti molto importanti come ad esempio Nitro, Tormento, ShaOne da LaFamiglia e tanti altri.
- IBF – Sicuramente aggrapparsi ad una passione così grande aiuta anche a sfuggire da quei momenti ed è altamente consigliato a tutti trovarsene una in cui credere e impegnarsi. Rimanendo in tema invece, grazie alla tua recente vittoria ai Campionati italiani ti aspettano un bel pò di live e collaborazioni interessanti, ti senti pronto?
- JBeat – Più che pronto, mi aspetta un anno molto intenso ma sono determinato a fare una bella figura e affronterò tutto con la massima professionalità perchè per citare un pezzo del buon Dj FastCut “Il Microfono è una responsabilità, i Beats sono una responsabilità, l’Hip Hop è una responsabilità condivisa” ed io non vedo l’ora che questi progetti possano realizzarsi, con tutto l’impegno che ne comportano.
“Il Microfono è una responsabilità, i Beats sono una responsabilità”
Sono ansioso di tornare sul palco per i ragazzi di Rum & Trust in Jungle di Roma e soprattutto per il Genova Hip Hop Festival che è una possibilità enorme, poi ovviamente con non poca emozione ma la stessa determinazione non vedo l’ora di poter dar vita al featuring con Dj FastCut appunto che è uno dei migliori sulla piazza nella scena attuale e con Mr Alien Dee che è il pioniere assoluto del Beatbox in Italia, sono sicuro che ne uscirà veramente un bel prodotto.
Ultimo ma non ultimo anche se c’è ancora molto tempo per prepararsi nel 2020 dovrò rappresentare l’Italia a Berlino per la sesta edizione dei World Beatbox Championship organizzati da Beatbox battle e cercherò di dare il meglio di me stesso per portare in alto la bandiera. La vera sfida li sarà passare le elimination, i partecipanti sono davvero tantissimi e ci sono tutti i campioni degli altri stati da battere, sono un pò “Plata o Plomo” o dentro o fuori, poi invece alle battle sta a te giocartela a dovere con le tue routine migliori.
- IBF – Ora ti facciamo una domanda un pò strana per cui sentiti pure libero di volare con la fantasia o esagerare. Parlando di partecipare ad eventi o collaborare con artisti anche non prettamente della scena Beatbox, hai qualche sogno nel cassetto?
- JBeat – Ah ah, questa è una domanda molto difficile perchè mi vengono in mente una miriade di nomi ma allo stesso tempo mi viene da mantenere i piedi a terra e pensare a se ne sia più o meno in grado. Beh, potrei dire che l’Outlook Festival me la immagino proprio come una situazione che potrebbe calzarmi a pennello anche per l’universalità musicale. Parlando di collaborazioni invece e nomi grossi potrei andare avanti all’infinito ma poter lavorare ad un feat o anche solo poter fare un live insieme a Busta Rhymes o 50 Cents sarebbe davvero un sogno e un grande onore perchè sono stati una delle mie più grandi ispirazioni nella vita.
Rimanendo in ambito Rap ma parlando di scena nazionale mi piacerebbe molto poter fare qualcosa con Salmo oppure con Sgravo che seguo da tempo e che mi ha sempre colpito molto, inoltro ho avuto il piacere di godermi il live proprio agli IBF Champs e questo non ha fatto altro che accrescere le mie convinzioni e rispetto nei suoi confronti. Pensando ad altri musicisti invece un nome su tutti potrebbe tranquillamente essere Robert Glasper o anche Ezinma che è una violinista emergente che sto seguendo e apprezzo molto.
Tornando al Beatbox invece un bel feat con il nuovo campione del mondo Alexinho e con i Mad Twins ovviamente non lo rifiuterei!
- IBF – Stavolta approfittiamo anche noi per lanciargli un saluto e fare i nostri complimenti più sentiti anche a loro! Tornando a parlare dei Campionati che emozioni hai provato dopo la tua vittoria?
- JBeat – Premettendo che sono arrivato il giorno dell’evento ancora un pò scottato e con il groppo alla gola dall’ultima competizione a cui avevo partecipato a Roma, dove arrivai secondo dietro Bad Peace beccandomi tra l’altro un sonoro tre a zero alle votazioni dei giudici, in tutta sincerità e non per vantarmi ma ero sicuramente emozionato però anche talmente concentrato e determinato a portarmi la vittoria a casa che oltre alla ovvia grande gioia di vincere uno dei titoli più importanti in ambito nazionale con una giuria del genere, formata da veri esperti e campioni del settore, ho provato solo un grande rilassamento e tanta tanta presa bene.
- IBF – Come vedi la community nazionale ed internazionale di Beatbox?
- JBeat – La scena si sta muovendo molto bene e si sta affermando un pò ovunque, sta crescendo sempre di più così come l’interesse verso la disciplina. Il Beatbox è in continua evoluzione e anche qui in Italia finalmente le cose si stanno muovendo per il verso giusto, prova ne è la sponsorizzazione tecnica di Shure.it e Prase media Technologies all’IBF Champs e speriamo che tutto possa continuare a muoversi in questo verso in futuro.
Il Beatbox poi, oltre ad essere una disciplina musicale è una cosa tanto sociale derivando direttamente dalla cultura Hip Hop e il senso di unione e di Family è molto sentito così come il fattore del “terzo tempo” ovvero prima della battle ci conosciamo, sopra il palco siamo i peggiori nemici e quando la sfida è terminata siamo migliori amici e andiamo tutti al bar a fare un brindisi prima di fare jam, insomma una sana competizione che spinge tutti a migliorare reciprocamente e che prima di un evento ti fa pensare “ma chi me lo fa fare di prendere un treno da Ancona e farmi mezza Italia per una battle” ma poi pensi agli amici e ai cypher e allora fai il biglietto e parti!
- IBF – A livello di beatboxer italiani c’è qualcuno che pensi possa essere sulla buona strada per diventare un artista competitivo e magari vincere alla prossima edizione dei campionati?
- JBeat – My man Nejo spero vivamente che possa trovarsi al mio posto ai campionati del prossimo anno anche se questo vorrebbe dire doverci trovare nuovamente sul palco a sfidarci testa a testa ma se penso ad una possibile finale per il prossimo anno l’unica persona che vorrei trovarmi davanti è lui, altrimenti sarò costretto a difendere il mio titolo con tutte le mie forze e non ci sarà storia per nessuno!
Ah ah, a parte gli scherzi abbiamo davvero tanti ottimi beatboxer in Italia, Meek e Azel ad esempio a mio modesto parere sono sulla buona strada e spero possano continuare a crescere e migliorarsi, ma se proprio devo essere sincero la verità è che tutti possono arrivare a vincere il titolo nazionale se impongono a se stessi quell’obiettivo e lottano per raggiungerlo.
- IBF – Visto che prima hai nominato Shure.it come ti sei trovato con i microfoni utilizzati per i Campionati?
- JBeat – Shure è un marchio storico nel campo della microfonia ed utilizzare un loro prodotto in un evento è sempre sinonimo di garanzia in quanto a qualità e fedeltà dei suoni. La serie Sm58 e Beta Sm58 è ormai uno standard da oltre 30 anni e una nota di merito aggiuntiva è la grande robustezza del prodotto. Inoltre mi è capitato di usare in studio l’Sm7b e devo dire che anche quello è davvero un microfono ottimo che consiglierei a tutti.
- IBF – Ti è mai passato per la mente di smettere?
- JBeat – Ah ah, non potrei mai! Primo perchè perderei il lavoro e poi perchè voglio raggiungere l’obbiettivo di vivere con la mia musica… ma poi il Beatbox sapete meglio di me che in ogni caso non è mica una cosa che si abbandona così facilmente! Attualmente mi sto dedicando un pò di più alla batteria è vero, ma comunque questa piccola “pausa” servirà anche a migliorare il mio Beatbox.
- IBF – Hai qualche consiglio da rivolgere a chi si sta avvicinando a questa splendida disciplina o inizia a praticarla?
- JBeat – Tanto per iniziare il mio primo consiglio è quello di fare con calma ma di avere costanza e disciplina, perchè con quei presupposti si può tranquillamente raggiungere un buon livello in poco tempo anche rispetto a tanti altri che magari lo praticano da anni ma senza una continuità di base, poi sicuramente di prendersi bene e farlo con passione e attitudine cercando di capire bene quello che si sta facendo anche studiando e approfondendo cosa sia l’Hip Hop e conoscendo la storia del Beatbox stesso.
- IBF – Siamo giunti alla fine di questa interessante intervista, prima dei saluti e di lasciarti libero c’è qualche ringraziamento particolare che vorresti fare prima di chiudere?
- JBeat – Sicuramente il ringraziamento più grande lo rivolgo a tutta la mia famiglia che mi ha sempre supportato in tutto quello che faccio, poi a Emilio, Stritti, Nejo. tutti i miei amici di Castelfidardo e della mia crew di Knowledgement che hanno sempre creduto in me non perdendo mai occasione di spronarmi a crescere e fare sempre meglio.
Per finire vorrei ringraziare tutto lo Staff IBF, in particolare all’esecutivo ma anche a tutti i delegati e collaboratori che si sbattono ogni giorno per promuovere la disciplina e la cultura del Beatbox in Italia e che stanno facendo davvero un lavorone con i fiocchi continuando a credere in questo grande progetto che è l’associazione.
- IBF – Ok, non rimane che ringraziarti di tutto. Rimaniamo in attesa di vedere e ascoltare il frutto dei lavori di cui ci hai parlato. Ancora complimenti, Ciao J. Aight!
- JBeat – ah ah Aight. Ciao a tutti e ancora grazie, Bomboclat!