Alle origini dello Human Beatbox

Dopo aver analizzato le origini storiche dello Human Beatboxing non rimane che andare ad approfondire quali siano stati i personaggi fondamentali che hanno portato alla nascita di questa splendida forma d’arte vocale e la sua evoluzione per come la conosciamo ai giorni odierni.

I Pionieri

Tra i primi pioneri del genere troviamo Doug E. Fresh, aka “The Architect”, ovvero l’auto proclamato “Primo Human Beatboxer” che con la sua tecnica “Click Roll” incantò mezzo mondo insieme a Slick Rick con live show e tracce audio come “The Show” o “La Di Da Di“ intrattenendo il pubblico solamente con un microfono, la propria voce ed il Rap. 

In seguito arrivarono Swifty, che fu il primo ad implementare la tecnica di suono inalatoria (Inward Technique), Buffy che contribuì al perfezionamento di numerose tecniche, Wize degli Steatsonic che con le sue tecniche di scratch vocale contribuì in modo significativo alla diffusione dell’arte e che ispirò un’intera schiera di nuovi fan. E poi ancora Biz Markie, che era in grado di inserire pezzi cantati nel suo Beatbox, la rap crew dei Fat Boys e Scratch dei The Roots, un musicista e Beatboxer conosciuto per la totale rivoluzione apportata nell’arte degli scratch vocali e infine il mitico ed impareggiabile Kenny Muhammad aka “The Human Orchestra” noto per la sua incredibile tecnicità e per la sua eccezionale precisione ritmica, oltre che per la creazione della tecnica ”Inward K” con cui attraverso una respirazione verso l’interno imitava fedelmente il suono di un tamburo.

Fino ad allora l’unica vera sperimentazione di drumming vocale, si era sentita solamente con lo Scat, tecnica canora del mondo del Jazz e certamente gli artisti citati di quell’epoca non potevano neanche lontanamente immaginare che attraverso le loro sperimentazioni furono gli artefici di un nuovo Big Bang dell’universo musicale, fatto di suoni e ritmi inarrestabili; tutti incredibilmente e 100% organici. Era appunto nato lo Human Beatbox, ovvero voci che riproducevano rullante e charleston facendo il “verso” alle Beatbox Drum Machine elettroniche dell’epoca.

Rahzel

A metà degli anni ’90 circa, dopo un periodo di relativo silenzio arrivò sulle scene un certo Rahzel,  che per sua stessa ammissione raccontava di essersi allenato a tal punto che chiunque lo avesse ascoltato ad occhi chiusi avrebbe avuto l’impressione di trovarsi di fronte ad una live band o addirittura una radio e che ben presto si guadagnò il titolo di “The Godfather of Noise”, per la sua impressionante capacità di imitare suoni robotici realistici. Proprio questa sua eccezionale capacità lo portò presto a diventare membro della prestigiosa crew dei The Roots, esperienza che portò Rahzel a migliorare ulteriormente.
Ispirandosi ai grandi maestri della prima Old School, i suoi miti Biz Markie, Buffy, Al Jarreau e Doug E. Fresh, Il ragazzone di New York portò nuova linfa tornando a fornire notorietà a questa forma di espressione artistica, portandola su palchi importantissimi con un mirabolante live show che lasciava tutti increduli.
Nel 1999 fu artefice del primo album totalmente prodotto in Beatbox, “Make The Music 2000”. Vale la pena ricordare alcune sue chicche imperdibili tra cui la Earth/Wind/Fire/Water Technique, i featuring con Bjork nel progetto “Medlla” con Mike Patton e perle intramontabili come la sua “If Your Mother Only Know” nella quale si ascolta per la prima volta nella storia “The Beat and the Chorus at the same time”, dove Rahzel canta e imita una batteria allo stesso momento con la tecnica del Beatbox.

L’Era di Internet

Con Rahzel si forma un’intera generazione underground di beatboxers che presto vengono travolti dal fascino di quest’arte, dal suo potenziale e dalla sua magia: il sodalizio col Freestyle si fa sempre più forte e profondo. Inizia il nuovo millennio e l’Hip Hop torna a diffondersi velocemente nelle strade, nelle periferie e negli spazi urbani scelti come luoghi di ritrovo. Ci si vede, ci si riconosce, ci si confronta e si cresce insieme. Le città assumono un nuovo volto e diventano vive anche per chi non le aveva mai viste, libere ed animate. Un vento di novità e distinzione soffia e trasporta l’immaginazione di tanti ragazzi e ragazze, il Beatbox li accoglie e diventa il loro mondo.
Di lì a poco, con un’accelerazione crescente, qualcosa cambia. Il mondo della musica e non solo, assiste ad una grande rivoluzione: quella della diffusione e della condivisione di file audio e video e grazie a programmi di File Sharing diventa sempre più facile accedere a vasti archivi di Mp3. Ciò che fino a poco tempo prima era conosciuto solo da pochi, si mette a disposizione di molti, curiosi e neofiti si avvicinano all’Hip Hop e si ha la possibilità di scoprire molti più artisti, di ascoltare molti più Beatboxers e perle storiche come la già citata “If Your Mother Only Know” di Rahzel o pezzi di Biz Markie, Kenny Muhammad e Killa Kela si diffondono a macchia d’olio.

Le piattaforme di condivisione file nascono, crescono e muoiono, si trasformano e nel 2004 compare YouTube. Il Beatbox dalle strade si sposta sulla rete e gli artisti cominciano a postare i propri video sul web condividendo i propri tricks e nascono i primi tutorials. Arriva il 2005 e porta con sé il primo campionato mondiale in Svizzera, presentato da Bee Low, attuale organizzatore e fondatore del network beatboxbattle.com. Il mondo conosce il primo campione della categoria: l’australiano Joel Turner, seguito dal Belga Roxorloops. La seconda edizione del 2009 invece vede uscire come vincitore lo svizzero Zede contro il russo Vahtang, terzo campione del mondo sarà il bulgaro Skiller nel 2012, il francese Alem nel 2015 e per finire l’attuale detentore del titolo Alexinho sempre dalla Francia. Beatboxer e amatori da tutto il mondo sono in attesa della prossima edizione che si terrà nel 2020 sempre a Berlino.

Il maggiore network globale dedicato alla disciplina, il pluripremiato SwissBeatbox giunto nell’ultimo anno ad un seguito di oltre 2.000.000 di followers su tutti i propri canali organizza dal 2009 la Grand Beatbox Battle o GBB, una delle più grandi ed importanti competizioni a livello mondiale a cadenza annuale che sta ridefinendo i canoni stessi delle battle di Beatbox e Loopstation presentanto come concorrenti l’elite dei Beatboxer più forti del pianeta. Dal 2017 organizza inoltre lo Swiss Beatbox Camp in Polonia, ovvero il primo campeggio dedicato al mondo dello Human Beatbox della durata di 10 giorni e in cui Beatboxer provenienti da tutto il mondo possono ricevere lezioni tenute da veri e propri professionisti ed insegnanti e in cui avvengono particolari battle, le cosiddette Fantasy, i Rematch o la Dance to the Beatbox.  

Si può tranquillamente affermare che grazie a Internet, il Beatboxing sia diventato un fenomeno globale seguito da milioni di appassionati e curiosi ed è innegabile l’evoluzione subita dalla sua nascita, un’evoluzione tuttora in corso. Al giorno d’oggi si tengono competizioni nazionali ufficali in quasi tutto il mondo, i cui vincitori del titolo avranno l’onore di partecipare ai mondiali di Berlino e rappresentare la propria nazione. 

Sono presenti numerose comunità online incredibilmente grandi e attive composte da Beatboxers provenienti da ogni parte del globo che si riuniscono e mantengono i contatti tra loro attraverso forum e piattaforme dedicate presenti su tutti i maggiori Social Network quali Facebook, Instagram, Youtube, Twitter e nuove realtà come ad esempio TikTok per finire ad applicazioni di messaggistica come What’s App, Telegram, Skype e tanti altri programmi tra cui quelle su server, che permettono chat vocali in tempo reale a più utenti quali Team Speak 3, Ovoo, Discord e altri. 

L’interazione tra gli appassionati, lo spirito di unione e di collaborazione oltrepassando le barriere linguistiche miste ad una buona dose di sana competizione, sono una caratteristica unica di questa grande realtà dal forte senso umano. Una realtà iniziata ormai oltre 20 anni fa da un gruppo di Beatboxer, principalmente Europei, che decisero di creare la scena Beatbox e modellarne la cultura. Il Beatbox era e sempre  sarà un messaggio di positività, gioia ed incoraggiamento e questa filosofia sarà la netta differenza che contraddistinguerà nei giorni a venire il Beatboxing rispetto a qualsiasi altra forma d’arte. La storia iniziò appositamente con una convention dove le idee venivano condivise e le differenze celebrate, per cui quando si arrivò ad organizzare la prima battle della storia non c’era nessuna animosità nell’aria ma solo rispetto, riconoscimento e congratulazioni poichè per i Beatboxer la pratica di questa disciplina equivale alla loro identità artistica, la loro passione e la loro causa e casa musicale.

Soffermandosi a riflettere sullo stato della scena Beatbox attuale, considerando che i pionieri del genere, i maggiori artisti ed una moltitudine di nuove leve sono ancora vivi ed attivi e valutando soprattutto la progressione di altre forme artistiche simili come il drumming o il DJing, si potrebbe facilmente immaginare dove questa forma d’arte potrebbe arrivare in futuro.